Da tempo Fiaip insieme ad altre associazioni di settore sostiene l’importanza di introdurre la cedolare secca anche alle attività commerciali per far ripartire il mercato immobiliare. Il Governo è al lavoro per introdurre questa novità nella prossima Legge di Bilancio.
La crisi del mercato immobiliare è ormai finita e le compravendite sono aumentate in tutto il territorio nazionale; nonostante questo in Italia i prezzi degli immobili sono ancora in lieve discesa.
A fine luglio scorso si è tenuto un incontro a Montecitorio tra l’On. Giorgia Latini, il Presidente Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionisti) Gian Battista Baccarini, il Presidente di Confassociazioni Immobiliare e Past President Fiaip Paolo Righi, ed una rappresentanza di Fiaip Marche. Al centro dell’incontro ci sono state le proposte per il rilancio dell’immobiliare, tra cui l’applicazione della cedolare secca a tutte le tipologie contrattuali relative alla locazione. Fiaip insieme ad altre associazioni sostiene questa proposta da tempo, e pare che il governo abbia deciso di inserire nella prossima manovra di bilancio proprio la più volte annunciata cedolare secca sulle locazioni commerciali.
A renderlo noto in questi giorni è stato il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Massimo Bitonci in un’intervista a Sky. Il governo sta preparando una misura che consentirà di estendere anche ai negozi la tassazione fiscale già vigente per le abitazioni. Nel programma della manovra sarà proposta inoltre una tassazione zero per il primo anno per gli immobili sfitti da 3 anni, in modo da incentivare una ripartenza.
Oggi infatti chi affitta un negozio ha disposizione solo l’aliquota Irpef per il pagamento delle imposte, mentre chi affitta un’abitazione può optare per il regime agevolato della cedolare secca, con due diverse aliquote:
- quella ordinaria al 21%
- quella agevolata al 10% per i canoni concordati.
Attualmente l’Agenzia delle Entrate stabilisce che possono scegliere il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.
L’opzione di avvalersi della cedolare secca è facoltativa: se il proprietario dell’immobile o l’affittuario lo scelgono, la tassazione per il proprietario non avviene più in base al reddito ma solo sul canone incassato, mentre per l’affittuario si riducono i costi del canone mensile da pagare. Il risparmio si traduce, come abbiamo accennato sopra, con la cedolare secca al 10% per il canone concordato e la cedolare secca al 21% se la casa è affittata a mercato libero, da versare in acconto e saldo.
Estendere questa possibilità anche alle locazioni commerciali rappresenta un’occasione per aiutare le attività e per combattere il degrado dei centri urbani, spesso colpiti da uno sfitto dilagante. Si tratta di una misura che contribuisce a far emergere il nero e promuove il lavoro, soprattutto nelle piccole città.